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WI-FI LIBERE UN GRAVE PERICOLO

Leggevo oggi che anche al Savoia Benincasa sponsorizzano la campagna “Adotta uno studente”. Leggevo tre giorni fa la stessa notizia ad opera di un preside di Rho. L’iniziativa è molto interessante, dal punto di vista didattico e in fruibilità offre sicuramente molti vantaggi.
Da tecnico però, sento il dovere di sottolineare che potrebbe esporre i computer e la Rete ad accessi ed attacchi indesiderati, in particolar modo in questo momento in cui la rete è sotto pressione e i male intenzionati sono già all’opera.

I Comuni stanno rilanciando questa iniziativa, ad esempio, Torino patrocina ed ha nel suo sito un file PDF da scaricare “Condividi la connessione”. Sicuramente l’idea è brillante e l’iniziativa lodevole, ma dal punto di vista tecnico molto, ma molto, pericolosa.

Proprio ora che il cybercrime galoppa, devo segnalare che lasciare la wi-fi aperta sullo smartphone o sul router domestico non è una buona iniziativa e molti computer potrebbero essere infettati e resi inutilizzabili con azioni molto semplici, compiute da hacker professionisti, ma anche da persone poco esperte che vogliono creare fastidi. E direi di fare molta attenzione perché se si infetta un computer a volte è l’intera azienda a pagarne le conseguenze con un blocco totale di giorni (e settimane) dell’intero sistema informatico (vedi Bonfiglioli, vedi Cefla, ecc. ecc. anche sulle nostre zone).

Quindi per chi termina il traffico sullo smartphone, questa soluzione senz’altro funzionale, rischia di diventare troppo pericolosa e a mio parere sarebbero più le controindicazioni che i vantaggi. Se la rendiamo “virale” con facebook, diventa ancora più deleteria.

Non voglio fare il guasta feste, ma ribadisco che questo modo di procedere è molto rischioso non solo per la persona che condivide la wi-fi (del cellulare o del suo router domestico) ma anche per l’azienda dove lavorano questi volonterosi (nel caso facessero smartworking).

Già l’aumento del telelavoro in maniera repentina e un po’ improvvisata sta mettendo alla prova le misure di protezione degli apparati aziendali. Ovviamente sarà tutto sotto controllo, ma di certo sono stati fatti lavori senza una programmazione e/o con apparati non idonei a livello di sicurezza e che rendono quindi gli accessi aziendali più vulnerabili.

Se questi accessi (quelli delle persone che telelavorano) venissero a contatto con queste reti “aperte” sarebbero esposti a rischi di cui non ci rendiamo conto.  Per esempio, pensiamo a quelli degli Ospedali di zona (Asur Marche, Riuniti, ecc. ecc.) o di aziende e imprese che procedono quasi soltanto grazie al telelavoro.

Mi spiego meglio, molti fanno telelavoro dal proprio computer personale, che spesso non è dotato delle misure di sicurezza che il personale esperto mette in atto in ambito aziendale. In questo modo la rete aziendale viene esposta a dei rischi che normalmente non corre.

Se “apro” la mia rete internet domestica al condominio, quando mi collego alla rete aziendale i pericoli di esporla ad attacchi di vario genere si moltiplicano in maniera esponenziale.

Su chi ricade la responsabilità civile e penale per eventuali danni che l’azienda può subire?

Io magari, ho anche adottato delle misure di sicurezza che mi fanno stare tranquillo, ma gli altri? Ogni pc che può collegarsi alla mia rete può essere un nuovo punto di accesso da cui hacker o male intenzionati di qualsiasi genere possono agire sul mio PC e sui PC collegati alla rete aziendale.

Se attraverso la mia rete/utenza internet qualche ragazzetto combinasse qualche frode o facesse acquisti “eccitanti”, o infettasse la rete aziendale di dove lavoro, quali sarebbero le conseguenze?

Condividere la rete wi-fi pur essendo un’idea lodevole a livello sociale, dal punto di vita tecnico può causare danni molto ma molto ingenti. Consiglio vivamente di consultare un esperto prima di procedere in questo senso e di esporsi ingenuamente a rischi molto elevati. Il cugino che smanetta perché è appassionato di tecnologia è caldamente da evitare!

Per condividere la “rete internet” domestica, per esempio, si dovrebbe attivare la modalità “guest” che i moderni router (da 3 o 4 anni) oramai hanno. In questo modo potremmo dare la password all’inquilino che ce la chiede (lasciarla completamente aperta, o mettendo la password in bacheca, MAI) proteggendo però la nostra linea principale.

Contattate il vostro consulente di fiducia prima di esporvi inutilmente a rischi evitabili, se volete potete anche contattarci compilando il modulo su www.bit365.it/richiestagratuitawifi

In questo periodo di “domiciliari forzati” possiamo fornivi consigli tecnici telefonici e presso la vostra sede (teleassistenza) in maniera gratuita.